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Fonte: www.lavoro.gov.it

Precisazioni sui controlli a distanza dopo il Jobs Act

Roma, 02/02/2018

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fornito alcune precisazioni dopo le recenti affermazioni, riportate dalle agenzie di stampa, secondo le quali il Jobs Act avrebbe autorizzato l'utilizzo di dispositivi per il controllo a distanza dei lavoratori.

Il comunicato stampa cita: "Il Jobs Act ha adeguato la normativa contenuta nello Statuto dei Lavoratori - risalente al 1970 - alle innovazioni tecnologiche nel frattempo intervenute. La norma non ha dunque "liberalizzato" i controlli, ma ha fatto chiarezza circa il concetto di "strumenti di controllo a distanza" e i limiti di utilizzabilità dei dati raccolti attraverso questi dispositivi, in linea con le indicazioni che il Garante della Privacy ha fornito negli ultimi anni".

La modifica apportata dall'articolo 23 del Decreto Legislativo n.151/2015 all'articolo 4 della Legge n.300/1970 ha, quindi,  confermato che questi strumenti possono essere adottati esclusivamente previo accordo sindacale o autorizzazione dell'Ispettorato Territoriale del Lavoro o del Ministero.

Da ultimo, il Dicastero precisa come l'attuale assetto normativo voglia tutelare "ancor meglio rispetto al passato la posizione del lavoratore, imponendo che (...) venga data comunque adeguata informazione circa l'esistenza e le modalità d'uso di strumenti di lavoro che possano consentire un controllo a distanza".



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